venerdì 30 maggio 2008

Premiazione e cestino multicolor




Finalmente il tempo si è rasserenato, un po’ di sole è uscito, prima faticosamente, poi alla grande dalle nuvole nere ed incombenti.

L’elicottero della protezione civile ha sorvolato la valle con un rombo preoccupante.

Poi ho capito.

I volontari avevano trovata la terza vittima e in serata la quarta.

Una povera mamma che ha lasciato 4 orfani e la sua bimba che si era appena affacciata alla vita.

Il bollettino di guerra è stato aggiornato dando un po’ di serenità a tutti coloro che abitavano nelle zone circostanti.

I danni materiali e morali sono incalcolabili.

Chi ha perso la vita, chi ha avuto la casa rovinata, ma almeno ne è uscito vivo.

Che disastro.Ma il sole è tornato e grazie a lui tutto sembra meno tragico.

Sicuramente il tempo diluirà i ricordi e piano piano

tutto passerà nel dimenticatoio.

Fino alla prossima volta.

Ma ora veniamo a noi amiche mie.

Anche oggi la posta che scarico sempre con grande gioia e curiosità mi ha regalato una nuova sorpresa.

Infatti Cibercuoca , l’amica argentina, i carissimi Paolo e Ana dalle mani d’oro ( se non lo aveste ancora fatto andate a vedere le sue sculture con la frutta), la tenera, affettuosa Pippi e Anicestellato mi hanno fatto onorato di altri 2 premi, il secondo dei quali cercava di suscitare in me una sorta di rimorso per le ricette a volte “gravide” di burro.

Regolamento

Chi riceve il Premio si deve considerare "rimproverat

o" per aver preparato piatti succulenti che hanno fatto in modo di non permettere di poter indossare costumi da bagno, bikini, trikini…2- Se il/la premiato/a persiste nella propria cucina, dovrà rimediare creando una sezione INSALATE e/o DIETA. 3- Deve indicare altri quattro blog che si sono resi colpevole di aver ostacolato "L'OPERAZIONE TRIKINI 2008". 4- Dovrete ricordare all'autore del blog che per sua colpa e solo sua colpa, ora dovrete nutrirvi di insalate per rimediare ai suoi ottimi e succulenti pasti (niente ring

raziamenti nel ricevere il premio, perché questo è un Premio Rimprovero per aver pubblicato pasti eccessivamente buoni e succulenti).. Rimprovero quindi.. e premio:

Blog al peperoncino

Cucinailoveyou

Fragole e cioccolato

Il mio elisir di lungavita

Stavolta ho tenuto conto, a modo mio, del rimprovero e per ringraziare tangibilmente per i premi assegnatimi, propongo questa cosina.

A me sembra graziosa anche se non è venuta come avrei voluto.

In questo genere di preparazioni bisogna esercitarsi, acquisire manualità fino ad arrivare alla perfezione della giovane Panettona che con le sue opere d’arte ogni volta lascia sbalorditi.

Si sarà anche esercitata per ottenere la perfezione a cui ci ha abituate, ma in lei c’è qualcosa di innato non solo per la precisione ma per la freschezza ,

per l’eleganza delle sue composizioni.

Ma io dico: ma hanno poi il coraggio i suoi famigliari di mangiare le sue torte di intaccare con un sacrilego coltello quelle superfici perfette..

Veniamo ora allo sgalfo cestino che è uscito dalle mie mani che mi ha portato via non poco tempo.

Si parte dalla solita pasta di pane.

Si ricavano delle strisce abbastanza lunghe del diametro di 1 cm e ci intrecciano come appare in foto.

Si usa come supporto uno stampo di ceramica che vada in forno completamente unto e appoggiato sulla leccarda ricoperta di carta da forno posizionando la treccia intorno alla base dello stesso.


Dall’avanzo di pasta si ricava un disco e lo si fa aderire allo stampo dandoli bene la forma dello stesso e infilandolo tra lo stampo e la treccia.

Forno a 180° per 30’.

Preparare una dadolata di verdure varie, quelle che si hanno in casa cotte in olio extravergine.

Io ho usato carote, zucchine e porro, ma ci andrebbe bene anche peperoni, melanzane ecc.

A parte ho cotto dei pomodorini perché volevo usarli come decorazione.

Se li avessi cotti insieme alle verdure si sarebbero disfatti e le avrebbero colorato.

Basta poi versare le verdure tiepide nel cestino e il gioco è fatto.

E non ditemi più che con i miei piatti vi faccio venire i maniglioni antipanico, altro che maniglie dell’amore!!

Spirali sablées








Una timida schiarita fa intravedere in lontananza le montagne ad est percorse da segmenti che, fino all’altro giorno, sembravano delle righine che ne segnavano i fianchi.

La parte centrale del panorama che posso vedere dal mio balcone, sempre parlando di formazioni montuose, mostra che queste righine o rivoli hanno una consistenza maggiore.

Il rumore sordo e minaccioso che per un momento avevo attribuito al rombo del motore dell’elicottero della protezione civile, che ieri sorvolava la valle, è invece quello del Pellice che si è allargato a dismisura in fondo valle.

Io sono qui al sicuro nella mia casa.

La parte posteriore di essa non è minacciata da una frana, per fortuna c’è solo prato.

La luce non è mancata e quindi tutto funziona.

Per me è importante che ci sia anche perché quando c’è un’interruzione di energia non arriva l’acqua che viene fatta giungere dalla sorgente fino ai rubinetti di casa.

L’attenzione per il risparmio energetico è assicurata.

Ricordo ancora quello che successe 8 anni fa. Il palazzetto dello sport di Torre Pellice, costruito troppo vicino al Pellice, fu spazzato via.

Il ponte su cui transitavano i treni, che da Pinerolo andavano a Torino, crollò per cui ci furono problemi, e per parecchi mesi, per tutti coloro i quali dalle valli circostanti dovevano andate in città per studio o per lavoro.

Anche mia figlia, che allora frequentava l’università, ebbe una vita travagliata.

Ed ora si ripropone lo stesso problema.

I ponti sono chiusi e fra un po’ potrò riascoltare il bollettino di guerra che gli esperti di metereologia ci faranno ascoltare e soprattutto vedere.

Varie telefonate mi sono arrivate ieri: erano amici preoccupati per me, allarmati da quanto sentivano e vedevano in televisione.

Ma Grazia tiene duro!!!

Sai che sforzo: la casa è solida, abito in collina, sto bene, l’umore è ottimo anche se a volte mi prende l’angoscia al pensiero di quello che può essere accaduto giù in paese.

Come diceva Eduardo:”A dà passà a nuttata”.

Ma qui ormai sono settimane che ormai il tempo è così dal brutto all’orribile.

Basta con le lagne!!!

Voglio deliziare le mie amiche che vengono a trovarmi, con una preparazione dolce ed invitante.

Per il momento niente di salato: non mi viene l’ispirazione.

Ecco a voi le mie spirali sablées , gravide di burro, sottili come la speranza di tempi migliori, buone e gratificanti come lo sono tutti i dolci.

Tempo di preparazione: circa 20’ più il riposo in frigo

Costo:basso

Difficoltà: **

Ingredienti

200 gr di farina 00
140 gr di burro a temperatura ambiente
80 gr di zucchero a velo
1 bustina di vanillina
20 gr di cacao amaro
1 pizzico di sale

Per la "glassa"
1 tuorlo
poco latte


Estrarre per tempo il burro dal frigo in modo che sia morbido al momento dell’uso.

Metterlo sulla spianatoia e lavorarlo con un cucchiaio insieme allo zucchero a velo e alla vanillina.

Io, avendolo in casa, ho usato lo Zefiro che non è proprio a velo ma è abbastanza fine.

Se si vuole fare più in fretta si può far ricorso all’amico mixer che in un momento farà tutto.

Quindi quando si sarà ottenuto un composto cremoso (burro e zucchero), mettendo nel bicchiere l’apposito attrezzo con la frustina con cui si monta la panna, sostituito poi dall’accessorio per impastare, aggiungere la farina e un pizzico di sale.

Ottenuta in pochi secondi una palla, estrarla, dividerla in due parti e ad una di esse aggiungere il cacao.

Bisogna lavorare velocemente per non scaldare la pasta, come di solito si fa con la frolla.

Sigillare le due preparazioni e metterle in frigo per almeno 2 ore.

Passato questo tempo, stendere le due paste in rettangoli sottili non più di 3 mm comunque il più sottili possibile e delle stese dimensioni, pareggiando le irregolarità.

Spennellare la superficie di quello chiaro con la “glassa ottenuta sbattendo il tuorlo con un poco di latte, sovrapporre il rettangolo scuro spennellando completamente anche quest’ultimo.

Arrotolare quindi e strettamente i due rettangoli, sigillarli con pellicola trasparente e riporli in frigo per almeno 1 ora.

Io l’ho preparato la sera e l’ho ripreso in mano il mattino dopo.

Non succede nulla, anzi la frolla sarà più sablé.


Ricoprire quindi delle teglie da forno con la speciale carta e adagiarvi ben distanziate delle fettine tagliate dal rotolo spesse non più di 3 o 4 mm.


Infornare in forno preriscaldato a 170°/180° per non più di 10’/12’ .

Le spirali devono rimanere pallide per evidenziare i due differenti colori.

Come appare nelle foto alcune sono più “abbronzate”.

La spiegazione è semplice: ho impostato la temperatura del forno senza gli occhiali e quindi, controllando la cottura che per i biscotti va fatta spesso mi sono accorta che in breve erano diventati un bel po’ scuri.

Avevo posizionato su oltre 200° invece della temperatura richiesta.

Li ho salvati subito e vi assicuro che se li sono mangiati tutti lo stesso!!!

giovedì 29 maggio 2008

Premiazione e Panini allo speck a gogò






Nel giardino dell’Ambasciata Italiana a Bagdad vidi una volta un bellissimo pavone che passeggiava elegante, maestoso.

Magnifico.

La ruota era enorme, e si restava ad occhi spalancati ad ammirarla increduli per tanta bellezza.

Una bellezza racchiusa in un giardino circondato da mura al di là delle quali , in quartieri poco distanti, sorgevano povere case abitate da persone splendide e coraggiose che sopportavano una vita povera, a volte misera.

Le mie amiche perdoneranno questa digressione, ma quando penso a Bagdad mi si stringe il cuore nel ricordo di coloro che conoscevo ma che ora magari non ci sono più.

Però, e ora ridivento allegra, il paragone con il pavone, in questo contesto è azzeccato.

Mi sento come un pavone appunto che passeggia orgoglioso (tante piume e poca ciccia come nel mio caso).

Sono orgogliosa.

Orgogliosa perché?

E perché mi sembra di sfiorare con un dito magari unto o infarinato, a seconda di quello che sto cucinando, la cima dell’Olimpo delle Bloggers.

Perché Sei di voi mi hanno in pochi giorni onorata di un premio.

Ogni volta ripeto che non mi sembra di meritarlo, in fondo la nostra maggiore gratificazione consiste nell’impegnarci quotidianamente in cucina, di fa

re delle foto che facciano sbavare e languire di desideri incontrollabili, ricevere commenti o come mi è successo questa sera, poco fa ed erano le 23.30 un’ affettuosa buonanotte che mi ha commosso immensamente .

Ancora grazie adorabile A.

Il nostro premio e lo ripeto sempre è quel sottile, solido , delicato filo che ci unisce e che sarà difficile spezzare.

Ma ora veniamo al cuore di questo post.

La prima amica che ha mi premiata e Carla di letto e mangiato con la seguente motivazione: una vera forza della natura, gentile e carina con tutte noi.

La seconda amica è stata Radem con la seguente motivazione: giuro non sono riuscita a ricordare il commento!!

La terza amica è stata GiGi con la seguente motivazione:

Su di lei non ho alcun dubbio. Non solo è bravissima in cucina ma simpatica e disponibile.
E' una di quelle persone dalle quali si può imparare tanto e non solo in cucina.

La quarta amica è stata Nuvoletta con la seguente motivazione: Basta guardare la sua ultima torta che ha preparato: una torta slurpissima.

La quinta Panettona con la seguente motivazione: Credo che stanotte sognerò la sua torta di crepes.

La sesta amica Antro dell’alchimista con la seguente motivazione:

A Grazia di A Tavola con Mammazan: una presenza fondamentale nel mondo dei blog:
Se non ci fosse Mammazan dovremmo inventarla.

Quattro di questi premi hanno questo logo

Gli altri due che vorrebbero, ma non ci riescono farmi venire sensi di colpa, hanno quest’altro veramente delizioso.

Ora devo passare il testimone e intendo premiare queste amiche. Ma per me è sempre un po’ imbarazzante fare una scelta!!!

Cibercuoca : allegra e festosa amica. La sua gioia e la sua cucina sono una bella compagnia quotidiana.

Ilaria: lontana ma sempre presente nel mio cuore con le sue esperienze e il suo vivere quotidiano

Comidademama: Vale la pena di seguire sempre il suo blog. Viva documentazione di una mamma che vive bene con la sua piccola Marta (spero di non ricordare male il nome) descrivendo realtà sociali un poco diverse dalle nostre, senza dimenticare le sue ricette,of course.

Marinella: preziosa presenza nel mondo dei blog con le sue esperienze, con i suoi approfondimenti, bella persona che ho avuto il piacere di incontrare recentemente. Dà gioia al solo vederla!!!

Marylet: il suo blog riserva sempre piacevoli sorprese

Alle mie adorabili amiche e naturalmente a tutte le altre offro in ringraziamento questa piccola presentazione sperando che sia gradita.

Panini al pepe e spek

Tempo di preparazione: 15’ e 20’ circa per la cottura. Escluso, ovviamente, il tempo di lievitazione.

Costo: basso

Difficoltà: **

Ingredienti:

350 gr di farina 00
350 gr di farina di forza
1 cubetto di levito da 25 gr
2 ,5 dl di latte
150 gr di speck a dadini o una confezione di filetti di pancetta affumicata
1 cucchiaio colmo di pepi misti pestati in un mortaio


Mescolare nel bicchiere del mixer le due farine.

Aggiungere il lievito precedentemente sciolto in poca acqua tiepida e a a cui si sarà unito un poco di zucchero, lo speck e un bel cucchiaio abbondante di pepe.

In questo caso solo un mezzo cucchiaino di sale perché ci pensa il salume conferire la giusta sapidità.

Io ho usato in questo caso una dadolata pronta acquistata da Eurospin di pancetta affumicata tagliata a filettini nata per preparare eventualmente una carbonara.

La modesta parte grassa si scioglierà durante la cottura conferendo alla preparazione una maggiore morbidezza.

Il pepe è un mix di varietà diverse: pepe bianco, pepe nero, pepe verde e pepe rosa, ma voi usate quello che avete a disposizione: credo che possa andare bene lo stesso.

E’ importante la quantità indicata.

Come ho detto più volte mixare il tutto, aggiungendo tanta acqua ben calda fino ad ottenere un composto MORBIDO.

Estrarre la pasta dal mixer, rilavorarla brevemente, porla in una scodella, inciderla a croce, ungerla con un filo di olio extra, coprirla con pellicola trasparente e metterla a lievitare in luogo riparato da correnti.

Come detto più volte mettere il contenitore, coperto comunque con un panno nel forno in cui srà stata accesa solamente la luce di servizio.

Quando il panetto avrà raddoppiato il suo volume, sgonfiarlo a pugno chiuso, suddividerlo in tante palline che dovranno essere rilavorate brevemente e a cui verrà conferita una forma tondeggiante.

Sistemarle in 2 grandi teglie ben distanziare perché in cottura cresceranno ancora.

Coprile nuovamente, facendolo ancora lievitare, e quando queste avranno di nuovo raddoppiato il loro volume ungerle lievemente con un poco di olio ed infornarle in forno preriscaldato a 180° per circa 20’.

Care amiche come al solito: BUON APPETITO!!!!

lunedì 26 maggio 2008

Cupola di crepes farcite alla nutella con copertura di crema pasticcera









Oggi, anzi ieri , era il compleanno della mia bimba.

Infatti grazie a www.maledetta connessione.it non sono riuscita a pubblicare.

Ebbene sì Valentina, la mia meravigliosa Valentina compie 30 anni!!

Ricordo ancora quando rimasi incinta: Simone aveva 9 mesi e io ebbi un ritardo.

Mio marito era vagamente preoccupato ma io gli dissi:” Va tranquillo , ho le tette sgonfie”.

Però alcuni giorni dopo andò a ritirare le analisi , ripetute 2 volte tanto per essere tranquilla.

Gli chiesi :” Bè, allora?”.

E lui:” A proposito, tanti auguri!!”.

Furono mesi intensi : lavoro, casa, un bimbo piccolo che ogni giorno ne aveva una grazie al nido e via dicendo.

Le mamme con due , tre e quattro figli sanno cosa vuol dire.

C’era sì il Milton, c’erano i chiks (non ricordo come si scrive) una sorta di fazzolettino che si metteva nel pannolino per raccogliere la produzione del pupo.

C’erano i CIRIPA’. Le più giovani chiedano alle loro mamme cosa sono, che andavano messi a mollo sterilizzati e asciugati all’aria.

Per questo il cattivo tempo mi innervosisce ancora adesso, solo perché non mi fa asciugare il bucato.

Tempi duri eppure meravigliosi, quando guardavamo la mezz’ora dei cartoni animati giornaliera e li tenevo sulle gambe , uno per gamba.

E quando raccontavo loro le storie , leggendole da tutti i libri e cartonati che riuscivo a trovare.

Simone ricorda ancora che, quando per merenda davo loro il Fiorello, una sorta di formaggino cremoso, il primo cucchiaino era per Valentina perché era più piccola.

E le sere che li preparavamo per la notte, e poi bacini e bacetti a non finire, ma dopo mezz’ora sentivo Vale che a squarciagola mi chiamava, a distanza di 3 camere perché voleva che le facessi ancora la “cara”.

Valentina è cresciuta bene un po’ per l’educazione, certo, ma anche per il suo carattere, per il senso del dovere, per la serietà e per la sua positività.

Tutte le sere quando torna dal lavoro ci sentiamo durante il tragitto che dal lavoro deve percorrere per tornare a casa e quando sento la sua vocetta allegra che mi dice:”Mammuccia, come va?” anche se avessi un minimo di malumore mi passa.

Ma ora la ricetta di questo dolce (a dire la verità ne ho preparati 2) altrimenti cambiate canale.

Ingredienti per le crepes dolci

3 uova
100 gr di farina
2 bicchieri di latte
40 gr di zucchero

Per la farcitura
2 vasetti di Nutella
Una crema pasticcera preparata con
4 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di farina, circa 30 gr
3 tuorli
1/2 litro di latte
la buccia di un limone non trattato
o la punta di un cucchiaino di veniglia in polvere
Colla di pesce (3 foglietti=6 gr)

Partiamo dalle crepes di cui ho parlato nel post precedente.

Occorre aggiungere, come ho messo in elenco, 40 gr di zucchero perché la preparazione è dolce.

Raccomando di fare delle crespelle il più sottili possibile tanto che guardandole in trasparenza si dovrebbe vedere Superga, tanto sono ben solide e reggono alle successive manipolazioni.

Dividerle a metà e spalmare l’intera superficie con la Nutella.

Arrotolarle in modo stretto e poggiarle su un piatto di servizio.

Quando avrete spalmate tutte le mezze crespelle, tagliate a metà con le forbici, prendete se lo avete uno stampo da charlotte.

Io non lo posseggo e ho usato usa scodella a base piatta del diametro di cm 17.

L’ho foderata con pellicola trasparente in modo da rendere facile sformare il dolce.

Cominciare a disporre le crepes con la parte tagliata verso il basso e continuare fino all’esaurimento delle stesse .

Avrete precedentemente preparato della crema pasticcera preparata in questo modo per me collaudato e messo a bagno 3 foglietti di colla di pesce (in tutto 6 gr) in acqua tiepida.

In un pentolino a fondo spesso versare la farina, lo zucchero e rimestando aggiungere un filino di latte fin quando i due ingredienti si sono amalgamati e sciolti.

Aggiungere i tuorli, mescolare e versare a filo il latte bollente .

Mettere sul fuoco dolce e mescolare CONTINUAMENTE fin quando la crema si sarà addensata e comincerà a velare il cucchiaio.

A piacere si può aggiungere o una buccia di limone , da togliere successivamente, oppure una puntina di vaniglia in polvere biologica e, mentre la crema è calda, la colla di pesce rimestando fino al completo scioglimento della stessa.

A questo punto mettere a raffreddare la crema in acqua fredda anche qui mescolarndo continuamente per accelerare il raffreddamento.

Ora versare la crema nella scodella o stampo da charlotte facendola colare tra le crepes e il bordo del contenitore e con la restante crema coprire la preparazione.

Coprire il tutto rimboccando i lembi della pellicola trasparente con cui avete foderato il contenitore, mettete in frigo e scordatevelo fino al giorno dopo e comunque per non meno di 6 ore.

Al momento opportuno sformare il dolce su un piatto da portata e cospargere con cacao amaro in polvere.

Se volete potete decorare il dolce con nocciole .

Cosa ve ne pare???

domenica 25 maggio 2008

Sua maestà la crepe: al salmone e ai gamberetti


La foto superiore rappresenta la crepe ai gamberetti e quella inferiore al salmone.



Finalmente riesco a scrivere qualcosa infatti in questi giorni sono stata parecchio occupata!!!

Lo so mi stavate aspettando curiose di scoprire quali altre novità o curiosità riuscivo a tirare fuori dal mio cilindro.

Non sarà una novità, ovviamente, ma queste sono le crepes che preparo abitualmente e sempre con la stessa ricetta.

Il successo è assicurato anche perché adesso spiegherò passo passo come le preparo.

Questa volta in versione salata.

Di solito ne preparo veramente tante e lo faccio quando ho tempo, ma vedrete che non ce ne vuole moltissimo.

Le separo ad una ad una con un quadrato di carta da forno all'incirca delle stesse dimensioni della crepe, man mano che sono cotte, e le divido in porzioni.

Conviene fare un veloce calcolo di quante ogni commensale ne può mangiare, in media almeno 3 (bisogna considerare che andranno farcite) e quindi vanno riposte in sacchettini di plastica da congelatore, segnando il numero delle crepes contenute.

Al momento opportuno, basta estrarle dal congelatore, separarle e in questo l'operazione sarà facilitata appunto dalla carta da forno e dedicarsi alla preparazione prescelta.

Tempo di preparazione: circa 30' per la cottura e circa 2 ore di riposo impasto.

Costo: basso per le crepes, medio per il ripieno.

Difficoltà: **

Ingredienti per le crepes
3 uova
100 gr di farina
2 bicchieri di latte

Per la farcitura ai gamberetti per 2/3 crepes

50 gr di gamberetti surgelati
Poca panna
Sale e pepq.b.

Per la farcitura al salmone per 2/3 crepes
50 gr di salmone norvegese
poca erba cipollina
2/3 cucchiaiate di maionese

Metto nel bicchiere del mixer la farina, aggiungo il latte freddo, le uova e un pizzico di sale.
Faccio frullare per pochi secondi, verso il preparato un una scodella, sigillo con pellicola trasparente e metto in frigo.

Di solito il preparato deve riposare almeno due ore, ma se rimane per maggior tempo non succede proprio nulla.

A questo punto bisogna avere a disposizione 2 padellini con rivestitura al teflon, ormai sono quasi tutti così, metterli su un fuoco moderato affinché la crepe abbia il tempo di cuocersi senza sbruciacchiarsi.
Appena dorata rigirarla e procedere fino a doratura della seconda "facciata".

Mescolare il composto accuratamente in modo da renderlo omogeneo.

Infilzare su una forchetta un bel pezzetto di burro con cui ungere velocemente e uniformente i padellini anche se ricoperti di materiale antiaderente.

Versare con un mestolino un piccolo quantitativo di "miscela" e ruotare il padellino affinché il composto ne ricopra il fondo

La crepe deve essere sottile altrimenti quando la scongelerete si taglierà con fessure longitudinali e poi deve essere un involucro sottile e discreto pronto ad accogliere tutto quello che si vorrà racchiudere.

Man mano che le preparerete acquisirete manualità e tutto vi sembrerà più facile.

Io forse avrò la mano ma per cuocerne una trentina non ho impiegato più di 30'.

In questa occasione io non ho congelato nulla anche perché sospettavo che di lì a due giorni le avrei usate tutte.

In caso contrario avrei comunque potuto farlo anche dopo.

Propongo ora questa duplice preparazione ,veloce da approntare anche con un certo anticipo.

Ho scongelato i gamberetti, li ho asciugati con cura con carta da cucina e li ho fatti saltare in padella con qualche filetto di aglio e li ho insaporiti con sale e pepe macinato al momento.

Far raffreddare e aggiungere un poco di panna da cucina.

Ovviamente sono andata ad occhio ma nel caso dovesse avanzare qualcosa si possono preparare dei crostini e servirli come antipasto.

La foto qui sopra raffigura gli ingredienti per le crepe al salmone e quella inferiore a i gamberetti.



Per le crepes al salmone ho usato del salmone affumicati acquistato da Bennet.
Fare attenzione che tra gli ingredienti non ci deve essere la dicitura fumo, che significa poi che l'aroma dell'affumicato è stato aggiunti artificialmente.

Infatti quello "affumicato" con il fumo ottenuto dalla combustione di legna costa parecchio di più ma ne vale la pena.

100 gr circa 4 euro.

Ho tagliato un ciuffo di erba cipollina che sta diventando sempre più simile ad un salice piangente e sempre con le forbici, mi raccomando, ho tagliato minuscole rondelline.

Come appare nella foto gli ingredienti sono appunto tre: il salmone tritato finemente, un pò di maionese fatta in casa o pronta, tradizionale o allo yogurt e l'erba cipollina.

Mescolare e farcire le crepes usando un filo di erba cipollina o a fazzoletto come ho fatto io o, se volete sbrigarvi, a fagottino eventualmente decorato come la fantasia vi suggerisce.

E come al solito BUON APPETITO!!!!!


sabato 24 maggio 2008

Bicchieri di cioccolato multiuso







Intanto buongiorno!!!

Ci sono momenti di vero panico in cucina, come è successo a me stamattina, durante i quali, alla fine di un impasto, dopo aver faticosamente tolto tutta l’amalgama un po’ molle dal bicchiere del mixer, ti accorgi che ha un odore un po’ troppo deciso di bicarbonato d’ammonio.

Allora sei folgorata da un dubbio: hai sbagliato, vecchia cozza, qualcosa?

Vai a riprendere la bilancina elettronica (Lidel 12.99 euro) e ripesi la bustina da 100 gr acquistata in farmacia.

Togli anche la clip di ottone, perché anche quella pesa, e ti accorgi che hai messo il doppio del quantitativo di bicarbonato d’ammonio, anche perché volevi fare la metà degli ingredienti consigliati in ricetta.

E allora, anche se non volevi fare un dolce grande come una piazza d’armi sufficiente anche per i carabinieri a cavallo, riprendi il bicchiere del mixer, che intanto avevi messo a lavare e ricominci aggiungendo la parte mancante alla dose originale.

E quei momenti in cui hai tutte le mani impiastricciate di qualche cosa e riesci ad aprire il frigo solo con il mignolo, unico dito pulito?

L’unica cosa che può consolare, specialmente se si è soli, è poter cristonare in santa pace.

E quando ti accorgi che quello che prepari non viene come nelle illustrazioni della ricetta nelle quali i cannelloni sono belli tondi e i tuoi invece appaiono mosci e quando ti dicono di tagliare delle rondelle dello spessore di 4 mm e tu le tagli di 4 mm mentre le loro in foto sono almeno tre volte tanto?

Allora concludi che tutte le realizzazioni affidabili, salvo ovviamente numerose eccezioni, sono quelle che prepariamo noi ragazze di Internet, che nei nostri blogs spieghiamo passo passo come effettivamente si fa e i risultati VERI e non solo “suggestions”.

Bel pistolotto vero?

Ma ora voglio farvi vedere cosa ho combinato ultimamente con piccola dedica ad un’amica la carissima E in particolare e a tutte in generale.

Oggi è sabato e se domani non andate a funghi, visto il tempo, magari ricevete qualche amico interessato, perché tanto sa che trafficate spesso e volentieri in cucina per dovere o per piacere.

Ecco a voi i bicchieri di cioccolato che ho realizzato in misure e forme diverse in modo da poterli sfruttare in vari modi.

La ricetta è facile, l’esecuzione però richiede un bel po’ di pazienza ma i risultati che appaiono in foto parlano da soli.

Come al solito parto dagli elementi indispensabili per l’esecuzione di questi deliziosi contenitori che desidero rifare anche perché facendone tanti si acquisisce la manualità necessaria.

Per prima cosa sono andata dal tabaccaio e perché proprio dal tabaccaio?

Perché nella frazione vicino al mio paese questi negozietti vendono di tutto e ho acquistato il primo sacchetto di palloncini: i palloncini erano decisamente piccoli (forse perché il negozio era piccolo? Ahahah)

Poi sono andata a Torino dove di fronte alla casa di mia madre c’è il Bennet e li ho acquistato un secondo sacchetto di palloncini, più grandi degli altri ( più grandi perché il Bennet è più grande? Di nuovo ahahaha).

Tempo di preparazione: parecchio!!!

Costo: medio

Difficoltà:***

Ingredienti

200 gr di cioccolato fondente

100 gr panna

2 sacchetti di palloncini di 2 misure


Ho iniziato sciogliendo a bagnomaria il cioccolato fondente, ridotto a piccoli pezzi, dentro cui dovevo immergere i palloncini, preventivamente lavati e asciugati, per gonfiare i quali ho svuotato i polmoni.

Però non era contemplato nella ricetta originale che i palloncini una volta gonfiati mantenessero un aspetto piriforme.

Comunque sono riuscita, gonfiandoli un po’ di più ad ottenere un aspetto tondeggiante.

Li ho immersi per la prima nel cioccolato fuso che ho fatto aderire meglio aiutandomi con la parte piatta di un coltello e li ho poggiato su carta forno per farli asciugare per la prima volta.

Quando il cioccolato si è solidificato, ho riscaldato di nuovo il composto a bagnomaria e vi ho immerso di nuovo il palloncino foderato di cioccolato sempre aiutandomi con la lama del coltello.

Altra seduta di raffreddamento sulla carta da forno.

Quando, tenendo a bada l’impazienza, sono stata sicura della completa solidificazione del tutto, col cuore in gola, ho preso uno spillo, ho forato il palloncino e con uno stuzzicadenti ho cominciato a staccare il palloncino, che si andava sgonfiando sempre più, dalle pareti del “bicchierino”.

Ovviamente ne ho fatti diversi che ho poggiato su un vassoio e conservato in frigo.

Quello, anzi quelli che appaiano in foto, li ho preparati circa 5/6 giorni fa, per cui si possono veramente preparare in anticipo.

Il secondo contenitore è stato preparato in modo un po’ diverso.

Per rendere il cioccolato fuso più facile da stendere sul palloncino ho aggiunto della panna.

Questa volta ho usato i palloncini più grandi e per dare loro la forma tonda ho fatto due nodi alla sommità: uno con l’estremità del palloncino stesso e l’altra con quei piccoli fermaglietti che servono per chiudere i sacchetti prima di riporli in frigo o freezer.

Quindi bicchierini più grandi e più spessi e ondulati sul bordo, sempre aiutandosi con la lama del coltello.

Immersi una prima volta nel composto cioccolato più panna , messi a solidificare su carta forno, immersi una 2° volta ecc.

Come per gli altri.

L’aggiunta di panna li ha resi sufficientemente solidi ma un tantino “morbidi”.

Per ottenerli più sodi basata sostituire alla panna del burro che, una volta raffreddato, conferirà una maggiore consistenza al contenitore.

Ed ora quale utilizzo?

L’ho mostrato in foto.

I bicchieri più piccoli fungeranno da raffinatissimi bicchierini da liquore avendo l’avvertenza di ornarli con qualcosa che indichi il contenuto: una sottile buccia di limone per il limoncello, d’arancia per il liquore all’arancia e così via.

Il secondo contenitore non ha bisogno di commenti, però potete riempirlo anche di crema chantilly e panna o con tutto quello che la fantasia vi può suggerire.

Cosa ne penserà Magnolia???

giovedì 22 maggio 2008

Trancetti bicolori con anima di mandorle






All’inizio della mia avventura col portatile era una pura questione di apprendere i vari elementi base della scrittura e di tutte le 500 cose che ora sono normali ma che allora mi facevano soffrire e non tanto in silenzio.

Veramente a soffrire erano i miei figli che vedevano una cozza (me) con occhi sgranati a guardarli quasi implorante a continuare ad insegnarmi nonostante la mia “riottosità” a capire e assimilare i vari misteri legati al pc.

Ricordo ancora la sceneggiata di mio figlio Simone che per farmi comprendere come dovevo aprire le cartelle (le cartelle, dico) mi diceva : “Tu hai la valigia sul letto ed hai i vestiti qui in soggiorno (io normalmente li tengo altrove, ma in questo caso non importa) cosa fai?”

Ed io: “Li porto in camera da letto”.

E lui:” Ma la valigia è chiusa!”

Ed io con voce tremante temendo il peggio:”La apro”.

E così via.

Succedono comunque delle cose misteriose con il mio portatile ma io ormai lo “amo” e basta.

Poi è arrivata l’avventura di Internet, della ricerca di ricette e del copia e incolla (ovviamente come succede a quasi tutte, anche con Internet ho dovuto soffrire ma per questioni di collegamenti, di litigate con Telecom , ma questa è un’altra storia).

Andavo su Google, finalmente avevo capito cosa era il famoso “motore di ricerca (amo anche quello), e digitavo per esempio: Cetriolo con le lentiggini rosse, e l’universo di tutto quello che era stato scritto, pensato su famigerato cetriolo veniva fuori.

Non sapevo nulla dei blogs e di chi li aveva creati, anzi non ci pensavo proprio e che sotto quei nomi di fantasia si celavano persone in carne ed ossa cariche di simpatia, di problemi che comunicavano alle altre amiche di blog, in un diario spesso quotidiano le loro scorribande culinarie e a volte anche , a volte,i loro problemi.

E adesso che anche io faccio parte dell’allegra brigata spesso, ma proprio spesso credetemi, mi trovo a pensare a volte quasi preoccupata a P. che è giù di morale (cosa sarà mai successo?) a T. che aspetta, ed io con lei, i risultati delle analisi, a A.eP. che hanno intrapreso una strada difficile ma di sicuro successo come cuochi a domicilio (auguro tutto il bene), ad A. che ha avuto il bimbo ammalato, a N. che è andata a vivere in un paese così lontano ma che affronta con coraggio le difficoltà quotidiane e via dicendo.

Non pensavo di ritrovarmi con tante presenze quotidiane o quasi, così care e d affettuose a cui tengo molto a cui dedico questa preparazione dolce con foto un po’ ad effetto, altrimenti che fotografa sarei!

Sicuramente rifarò questo dolce cercando di modificare qualcosa anche perché in alcuni punti non appare perfetto, per cui aspetto critiche e consigli che sono sempre utili.


Questa volta l’ho fatta troppo lunga ma la volevo fare proprio lunga per comunicare quello che avevo nel cuore.

Ed ora , amiche mie, la ricetta.

Tempo di preparazione: 30’ più il tempo di consolidamento in frigo.

Costo: medio

Difficoltà: **

Ingredienti

125 gr di cioccolato bianco
30/40 gr di burro
una manciata di mandorle sgusciate circa 70 gr
125 gr di cioccolato fondente
1/2 tubetto di latte condensato dolce circa 80 gr
15 gr di burro
1 fialetta di aroma all'arancia

Frullare il cioccolato bianco (serve per farlo fondere meglio) e farlo sciogliere a bagnomaria insieme al burro, mescolando fino ad ottenere un composto fluido e omogeneo.

La spiegazione originale prevedeva l’uso di una teglia rettangolare unta di olio in modo da ottenere alla fine dei tranci, ma io avevo questi stampini che dire che sono deliziosi è dire poco, per cui li ho unto con una pennellessa e olio di semi, ho suddiviso il cioccolato bianco in ognuno di essi (sono 4), li ho cosparsi di mandorle pelate (la prossima volta però non lo faccio così crea un maggiore contrasto e mi sbrigo anche prima, e ho messo il tutto in frigo.

Ora passiamo alla seconda fase.

Nello stesso tegamino in cui ho sciolto il cioccolato bianco verso il latte condensato, il burro e il cioccolato fondente frullato come l’altro.

Quando il tutto, sempre rimestando e a bagnomaria, è diventato fluido aggiungere volendo una fialetta di profumo all’arancia.

Versare quindi negli stampini che erano in frigo e, una volta freddo rimetterli al fresco a rassodare.

Al momento di servire staccare delicatamente con una punta di coltello la mattonella (non disperate , si staccherà) portate in tavola per far ammirare l’effetto della decorazione, tagliate in tranci e servite, magari per toccare il fondo con le calorie, con qualche sprazzo quà e là di panna montata.

Non ci sono limiti alla fantasia.

La mia cavia di Torino (mia madre, per via dei denti mi ha detto che ha fatto sciogliere i tranci in bocca , ma voi i denti li avete e ben saldi anche…..)

Baci a tutte.